“Quasi 20 anni fa dissi a mia moglie che un giorno avremmo vissuto a Como”.
Tamas Jovanovics, un artista ungherese trasferitosi a Como nel 2019, ricorda come con sua moglie furono colpiti dalla bellezza del lago durante la loro prima visita. Dopo essersi trasferiti in Italia nel 2005, lui e sua moglie scappavano dal loro appartamento a Milano per trascorrere i fine settimana guidando lungo le strade tortuose delle colline intorno al Lario sulla sua Moto Guzzi. Infatti, una delle sue opere risalenti a quel periodo, era opportunamente intitolata “Lago di Como”.
La sua passione per la Moto Guzzi e la bellezza del lago sono continuano fino ad oggi. Lo studio di Jovanovics ha una vista mozzafiato della città di Como e dello stadio dalla sua postazione a Monte Olimpino, poco distante dal centro città. Tuttavia, a volte, queste vedute possono essere più una distrazione che un’ispirazione. Ammette di dover occasionalmente chiudere le tende per concentrarsi sul suo mestiere, anche se è il primo a riconoscere che le sfumature rosate-arancioni riflesse nel suo lavoro attuale possono essere state ispirate dal tramonto sulle cime innevate di fronte al suo studio.
Autodefinendosi minimalista, Jovanovics utilizza acrilico su tela per creare pattern geometrici astratti attraverso la ripetizione e il colore. Secondo la sua monografia, descrive l’approccio alla sua arte: “Mi piace vedere cose, percepire cose – nel mio lavoro e in quello degli altri – che in qualche modo dissolvono le proprietà fisiche e sospendono la nostra consapevolezza e percezione della gravità… ciò che trovo importante è lo spazio non gli oggetti”. Il suo lavoro continua a guadagnare riconoscimenti sia a livello locale che internazionale, dove è stato recentemente presentato su Elle Decor come uno dei 10 migliori artisti ungheresi.
Anche se l’arte di Jovanovics potrebbe non essere un riflesso diretto dell’ambiente comasco, il suo legame con il calcio è locale. Oltre ad essere un fan del Como 1907, dedica tre giorni alla settimana come allenatore dei portieri per la squadra di calcio di suo figlio, Cometa. E nelle occasioni in cui non può andare allo stadio per una partita di calcio del Como 1907, si gode le viste e i suoni di Sinigaglia dal suo studio.