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Jean-Pierre Nsame: L’intervista

Arrivato a gennaio dallo Young Boys, squadra di Berna che milita nella Super League svizzera, Jean-Pierre Nsame, attaccante, porta a Como la sua grande esperienza, che lo ha visto solcare campi importanti e partecipare ai massimi tornei del calcio internazionale, dai Mondiali alla Champions League. 

Nel 2022, la Coppa del Mondo in Qatar con la nazionale camerunense, negli anni – oltre a una parentesi in serie A con il Venezia –, con lo Young Boys Nsame ha collezionato cinque campionati, tre coppe nazionali e la partecipazione alla Champions. 

Ora, a 30 anni, si è aperta una nuova pagina, in una città che sta iniziando a conoscere. Con una certezza: non tradire mai l’idea di calciatore che aveva da bambino, per vivere e far vivere le emozioni che fin da piccolo il calcio gli ha trasmesso.

I mondiali del 2006 

Jean-Pierre racconta che già da piccolo aveva il pallone tra i piedi e che proprio cercando di rincorrere un pallone ha imparato a camminare. Del calcio, dice: “È uno sport che dà gioia e unisce le persone”. L’innamoramento è proseguito nel tempo e nel 2006, davanti alla TV per la finale mondiale tra Francia e Italia, ha raggiunto il suo apice: “L’atmosfera di quella partita è stata magica. È da lì che ho capito di voler diventare un giocatore professionista, per provare e far provare le emozioni che avevo vissuto durante quei Mondiali”.

L’emozione di un titolo dopo 32 anni 

E le emozioni non tardano ad arrivare. Siamo a Berna, in Svizzera, è il 2018. Lo Young Boys non vince il campionato da 32 anni. Nsame entra e segna il gol della vittoria all’89’: “Uno dei momenti più belli della mia carriera sinora, tutta la città aspettava quel titolo”, ricorda. Ed è lì che alla mente di Jean-Pierre tornano i Mondiali del 2006: “Questa volta ero io il protagonista, ero grato di poter vivere quel momento. Ed è cresciuta la voglia di vincere sempre di più”. 

L’esempio di Cristiano Ronaldo

Nel mondo del calcio, Jean-Pierre non ha un idolo, ma piuttosto una persona che lo ha ispirato: “Cristiano Ronaldo. Per me rappresenta la mentalità secondo cui, senza lavoro, non si ottiene nulla. Certo, ci vuole anche il talento, ma non basta. Se hai talento ma non lavori rimani semplicemente un giocatore di talento. Ronaldo rappresenta l’esempio migliore in questo senso e seguire la sua carriera mi ha dato la spinta per migliorarmi continuamente e raggiungere obiettivi importanti”. 

Il tunnel dell’Old Trafford 

Giocare in Champions, per Jean-Pierre è “incredibile”. E quella volta all’Old Trafford, in casa del Manchester United, sono riaffiorati alla memoria i ricordi delle partite guardate alla TV con il fratello: “Quando siamo usciti dal tunnel, per un attimo ho avuto un flash. Era come se stessi immaginando mio fratello dall’altra parte dello schermo. Ed è stato come se anch’io mi proiettassi dall’altra parte a guardare il Manchester. Quel tunnel, che avrò visto mille volte in TV, mai mi sarei immaginato che un giorno l’avrei percorso”. 

Al servizio della squadra

Sul modo di giocare, Jean-Pierre si sente affine a Karim Benzema: “Mi piace la mentalità che trasmette in campo. È un attaccante completo, che sa segnare, ma che sa anche giocare con e per i compagni”. È questo lo stile che Nsame predilige: “Mi ritengo un giocatore di squadra. In campo mi piace aiutare i compagni, aprire spazi. Mi piace ovviamente anche quando gli altri aprono spazi per me. E fare assist e segnare”.  

Migliorarsi sempre

Dietro quello che è, dietro quello che ha raggiunto c’è un lavoro importante, che passa dalla preparazione fisica, dall’alimentazione, dal sonno, dalla mente: “Ho un mio staff, un preparatore atletico, un dietista, un mental coach. Tutti loro mi aiutano, insieme alla mia famiglia, a mantenere il livello raggiunto. E cerco sempre di migliorare, fisicamente e tatticamente. Finché rimarrò nel mondo del calcio continuerò a farlo. Ho ancora questa spinta, questa fiamma, come se avessi 20 anni”.

Fare squadra al ristorante

Arrivato a Como, Jean-Pierre è stato accolto dai nuovi compagni. Tra quelli con cui ha legato di più, Daniele Baselli: “Più si conoscono i compagni fuori dal campo, più facile è giocarci insieme”. Con alcuni di loro, ha organizzato una prima cena comasca al ristorante, alla Locanda dei Giurati, prima della serie di partite con le dirette avversarie in campionato: “Ho voluto organizzarla in quel momento per unirci ancora di più e affrontare al meglio questo periodo così importante”.  

Dragon Ball Z

Un posto speciale nel cuore è occupato dai cartoni: “Mi ricordano la mia infanzia e cerco sempre di rimanere in contatto con il me bambino. A casa ho una mia foto in partita trasformata in un disegno di Dragon Ball Z, serie che adoro”. 

Il sogno non ha prezzo

Nella vita, per Jean-Pierre, non vi sono solamente modelli calcistici, come Ronaldo e Benzema. Ci sono anche Rafael Nadal, LeBron James. E poi gli imprenditori che hanno creato grandi aziende e marchi: “Di loro ho capito che ciò che mi interessa di più non è quello che hanno raggiunto, ma il percorso che hanno seguito e le difficoltà incontrate su quel percorso. Ho capito che sono persone che sognano in grande. È come se puntassero alle stelle per raggiungere il cielo. Dicono che il sogno non ha prezzo. In effetti questo è ciò che rende il sogno inestimabile. Ma dietro questo sogno c’è sempre un grande lavoro”. 

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