Cresciuta a Como, Katia Domenichini ha dedicato tutta la sua vita alla città e alla sua squadra di calcio. Fin da giovane, influenzata dal suo fratello, ha coltivato una forte passione per il calcio. Passione che l’ha portata allo stadio Sinigaglia già da ragazzine, diventando una fedele sostenitrice del Como 1907. Ricorda quei tempi con affetto, dicendo: “Ho iniziato venire allo stadio quando avevo dodici anni. Ero presente alla promozione del campionato ‘74-’75.”
Katia ha vissuto i momenti storici del Como 1907, prendendosi poi una pausa quando si è sposata ed è diventata mamma. L’ultima partita vista prima della sua pausa è stata l’emozionante Como-Udinese del 30 novembre 1986, appena nove giorni prima della nascita di sua figlia.
Dopo il lungo periodo di assenza, Katia è tornata allo stadio in un momento difficile per la squadra. Al suo ritorno, durante i playoff tra di C2 contro l’Alessandria, ha trovato una situazione molto diversa da quella che aveva lasciato, con pochi tifosi presenti. “A quel tempo i tifosi si contavano sulle dita di due mani”, racconta. Nonostante lo shock iniziale, la sua passione non è diminuita. Insieme ad un gruppo di tifosi, ha deciso di dare il suo contributo realizzando la famosa scritta “Como” sui distinti dello stadio. Ricorda quell’esperienza con orgoglio, nonostante le difficoltà: “La M mi ha tirato pazza perché facevo avanti indietro per vedere come venisse! È stata un’esperienza molto bella”.
Katia non ha mai veramente abbandonato il Como. Ha seguito la squadra dalla Serie D, attraverso la C, fino alla promozione in Serie B, persino durante la pandemia, quando i tifosi erano costretti a seguire le partite da casa. “Ho vissuto la promozione durante il Covid fuori dallo stadio, guardando la partita con il telefonino”, ricorda. Ha vissuto anche momenti di grande delusione, come il fallimento del club sotto la gestione di Massimo Nicastro, ma ha sempre mantenuto la speranza. Nicastro è stato determinante nel portare l’attuale proprietà, che Katia ammira profondamente per l’approccio riservato, ma efficace.
Oggi, Katia è orgogliosa di vedere la città di nuovo innamorata del Como. L’entusiasmo è molto forte, e sebbene a volte la infastidisca che alcuni tifosi occasionali possano prendere i biglietti prima di lei, è felice di vedere lo stadio pieno.
Katia sottolinea come l’attuale gestione abbia portato un livello di marketing e coinvolgimento dei tifosi mai visto prima. Dagli eventi per le famiglie agli omaggi in tribuna, ogni dettaglio è studiato per creare un legame forte con la comunità. Questi sforzi stanno ripagando, con un numero crescente di persone che si avvicinano alla squadra, rendendo il Como un fenomeno non solo locale, ma di ampie dimensioni