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LIFESTYLE

Luigi Caccia Dominioni, l’architetto di uno dei più famosi boutique hotel del Lago di Como, Domus Plinii 1792.

“In realtà l’appartamento è una microcittà, con i suoi percorsi, i suoi vicoli, gli spazi sociali e quelli privati (…) L’ingresso diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito dell’architetto, io credo, è anche quello di suscitare un succedersi di emozioni (…) I miei ingressi, le mie scale, persino i mobili sono soluzioni urbanistiche”

Luigi Caccia Dominioni è stato uno degli architetti e designer italiani più influenti del XX secolo, più volte vincitore del più prestigioso premio Compasso d’oro. Il suo lavoro, caratterizzato da una fusione armoniosa di tradizione e modernità, ha contribuito a costruire un’immagine identitaria del territorio milanese e lombardo.

Tra i suoi capolavori si distinguono: gli interventi urbanistici, come ad esempio Piazza San Babila e Corso Europa a Milano e il quartiere San Felice in collaborazione con Vico Magistretti, o singole architetture, a partire dalla ricostruzione della sua casa di famiglia a piazza Sant’Ambrogio a Milano e altri edifici per abitazioni come il condominio in piazza Carbonari.

Inoltre, sono numerosi gli oggetti di design rimasti nella storia e progettati dall’architetto stesso: la celebre sedia Catilina, la lampada Monachella o il tavolo Fasce fino ad arrivare alla progettazione di piccoli oggetti ad uso quotidiano come le posate Caccia per il marchio Alessi, risultato della collaborazione con fratelli designer Castiglioni.

Nato in una famiglia aristocratica milanese, Caccia Dominioni si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1936. Subito dopo la laurea cominciò a lavorare come architetto e designer, ma la sua carriera venne interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale partecipò alla resistenza contro il regime fascista.

Dopo un periodo di permanenza in Svizzera, Caccia Dominioni rientrò in Italia nel dopoguerra e riprese l’attività professionale, diventando una delle figure di spicco nella ricostruzione italiana. In seguito, nel 1947, l’architetto milanese fondò con i colleghi architetti Ignazio Gardella e Corrado Corradi Dell’Acqua, il celebre studio di design Azucena, ancora oggi un marchio italiano di design, sinonimo di altissima qualità e manifattura.

La realizzazione e in generale la progettazione di qualsiasi oggetto o edificio concepita da Caccia Dominioni era investita di una attenzione e un’estrema cura ai più minuziosi particolari. A differenza di molti suoi contemporanei, infatti, l’architetto prediligeva la collaborazione con artigiani e produttori locali, per ottenere la massima qualità nella realizzazione dei materiali che spaziavano dalla pietra al legno fino ai metalli.

L’obiettivo dell’architetto milanese era quello di proporre un’architettura coerente con l’ambiente circostante: “Ho pensato che sarebbe stata una buona regola per tutte le città dare un’immagine che fosse più vicina al suolo. Se dal suolo nascessero le architetture, nascerebbero con i materiali locali e quindi tono su tono, pietra su pietra, materia su materia”.

La manualità e l’amore per “il fare” lo condussero a delle importanti collaborazioni con artisti come, per esempio, lo scultore comasco Francesco Somaini che prima di realizzare il meraviglioso pavimento della Chiesa di San Biagio a Monza, progettata da Caccia negli anni ‘60, fu un suo diretto committente per la ristrutturazione interna della sua villa: Casa Rosales e Somaini a Lomazzo.

Tra gli anni ’50 e ’80 l’architetto milanese operò intensamente anche nel territorio comasco. Si possono seguire le sue tracce attraverso vari interventi architettonici nella zona del Lago di Como. Tra i progetti più significativi figurano il complesso residenziale di Fino Mornasco e la Villa Barbiero a Montorfano. Sul finire degli anni ‘80 lavorò su incarico dell’imprenditore-mecenate comasco Antonio Ratti, realizzando la ristrutturazione del Centro Direzionale del Setificio Ratti e della sua residenza personale, Villa Bonomi Bolchi/Ratti, che ospitava già dagli anni ‘50 un meraviglioso giardino progettato dal celebre paesaggista Pietro Porcinai.

Tra le sue ultime opere è presente la ristrutturazione di una villa del XVIII secolo, oggi conosciuta come Domus Plinii 1792, situata a Faggeto Lario sul Lago di Como. Questa villa oggi è stata trasformata in un “boutique resort” che a differenza degli altri hotel tradizionali si distingue per l’atmosfera intima, il design elegante e il servizio su misura.

La Domus Plinii 1792 fonde con maestria eleganza e modernità, offrendo un soggiorno unico grazie all’equilibrio tra il fascino storico e il comfort contemporaneo. L’intervento dell’architetto Caccia Dominioni si impegnò a conservare con cura elementi di pregio e di valenza storica, come la facciata rivolta verso il lago, i dettagli in pietra dei balconi e il portale d’ingresso, risalente al 1792.

A seguito di questo restauro, in tempi più recenti, un gruppo di architetti milanesi, Telesio15, ha completato la ristrutturazione interna della villa, trasformandola nel lussuoso resort con dodici suite esclusive, arredate con cura e originalità.

Oltre alle camere esclusive il “boutique resort” offre ai suoi ospiti un’incantevole piscina esterna immersa nella natura. Inoltre, la presenza del prestigioso ristorante D-lounge, con una meravigliosa veranda vetrata da cui ammirare il paesaggio del lago, garantisce un’altissima esperienza gastronomica, dalla colazione alla cena, con piatti locali e non solo.

La forte identità della Domus Plinii 1792 e il suo profondo legame con il territorio del Lago di Como, le hanno permesso di entrare a far parte della prestigiosa rete Como4Como, un’iniziativa che valorizza l’identità locale. Grazie a questa affiliazione, il “boutique resort” offre ai propri ospiti una selezione esclusiva della collezione ComoComoComo x Bric’s, una linea che incarna l’artigianalità e l’eleganza del territorio comasco.

Questa collaborazione fra il club calcistico Como 1907 e i prodotti di lusso firmati Bric’s, rappresenta perfettamente la filosofia della struttura. Si tratta, infatti, di una sinergia che punta a fondere l’ospitalità esclusiva con un design raffinato, mantenendo sempre al centro l’attenzione per la qualità e il dettaglio.

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